Dalla ricerca svolta sul rapporto tra studi commerciali ed il loro livello di digitalizzazione è emerso un gap notevole tra le performance dei migliori studi, capaci di mettere sia le persone che gli strumenti al centro del processo innovativo, e di quelli meno propensi ad adattare i propri processi alle nuove trasformazioni digitali.
Tuttavia, lo stesso gap può essere individuato nella gran parte delle attività italiane, sia studi che le aziende.
Ma in cosa consiste il processo innovativo? Come può definirsi pienamente realizzato?
Il processo di innovazione e di progresso tecnologico all’interno di un’organizzazione non viene realizzato tramite il solo acquisto di software avanzati o nuovo hardware ma avviene tramite un processo più complesso che coinvolge la totalità dell’organizzazione, definito come tech infusion.
Il concetto di tech infusion individua l’origine dell’innovazione presente in un’attività non nella quantità e qualità di strumenti digitali presenti ma nell’interazione tra le tecnologie acquisite e le persone che lavorano in un’organizzazione.
Infatti, nonostante sia certo che l’acquisizione di nuove tecnologie digitali in uno studio o azienda comporti dei cambiamenti nelle modalità di lavoro delle persone, non è altrettanto certo un conseguente incremento delle performance: sono le persone a decidere come utilizzare le tecnologie, rafforzandone, modificandone o annullandone le potenziali funzionalità.
Le tecnologie digitali sono strumenti utilizzati dai lavoratori, che li adattano alle proprie esigenze e secondo i loro obiettivi e che facilitano o vincolano i loro processi decisionali. Se le persone si approcciano a dei nuovi strumenti e decidono di utilizzarli secondo modalità, criteri e per obiettivi diversi da quelli per cui sono stati ideati, l’investimento in innovazione risulterà fallimentare poiché avrà un ROI inferiore alle attese.
Quindi, si può concludere che è il modo in cui sono utilizzate le tecnologie digitali, e non le tecnologie di per sé, che definisce un futuro sano sviluppo di un’attività.
Purtroppo, il rapporto fra le tecnologie digitali e l’organizzazione non risulta ancora equilibrato sia nella maggioranza degli studi commerciali che nella gran parte delle aziende italiane.
Infatti, nonostante l’incremento di investimenti registrato in campo IT dagli studi e dalle aziende italiane (come è possibile vedere dalle statistiche qui sotto), non vi è evidenza che vengano sfruttati pienamente in ottica tech infusion.
Sappiamo che c’è una diffusa difficoltà nel rapporto con la tecnologia, oltre quattro italiani su dieci possiedono competenze digitali basse o nulle
Anche nella fascia di età più giovane (16-19 anni) la percentuale di chi ha competenze basse o nulle non scende mai al di sotto del 30%.
Quindi, la vera necessità si rivela di natura cognitiva, sociale e organizzativa, per la trasmissione della conoscenza e delle competenze da acquisire da chi è all’interno dell’attività.
La necessità di accompagnare i cittadini alla formazione digitale di base e degli strumenti specifici che vengono adottati all’interno dell’organizzazione lavorativa è impellente.
Il successo dell’inserimento di nuove tecnologie digitali sarà determinato dal contesto sociale e organizzativo in cui tali tecnologie sono adottate.
Tecnologia, organizzazione e lavoro: se basiamo il processo di cambiamento su questi tre elementi e poniamo sugli stessi lo stesso livello di attenzione e preparazione, avremo un percorso di innovazione e progresso assicurato.